Vò Vecchio (Padova)

Fu il primo dei 31 campi istituiti dalla Repubblica Sociale Italiana (RSI) in diverse province per internarvi gli ebrei in attesa di deportazione. Fu operativo dal 3 dicembre 1943 e venne istituito a Villa Contarini-Venier, nella frazione Vò Vecchio del Comune di Vò, in provincia di Padova, già casa estiva delle Suore Elisabettiane, poi luogo di concentramento degli ebrei padovani e rodigini.

Nei tre piani della Villa vi sostarono i prigionieri. La direzione fu affidata a personale di polizia italiano; le suore si occuparono della gestione della cucina. Il campo fu smantellato il 17 luglio 1944. Quel giorno una unità tedesca prelevò i 47 ebrei ancora presenti e li condusse a Padova: gli uomini nel carcere di piazza Castello, le donne in quello dei Paolotti. Il 19 luglio furono quindi deportati prima alla Risiera di San Sabba (TS) e di lì, il 31 luglio, avviati ad Auschwitz, dove giunsero il 3 agosto. 

Vò Vecchio - Padova

Bibliografia:
L. Picciotto Fargion, Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia (1943 – 1945), Milano, Mursia, 2002, p. 901;
G. Mayda, Storia della deportazione dall’Italia 1943-1945, Bollati Boringhieri, Milano 2002;
Francesco Selmin, Nessun «giusto» per Eva. La Shoah a Padova e nel Padovano, Cierre edizioni, Sommacampagna (Verona), 2011, pagg. 162.

Sitografia:
estensione.org/cultura/la-storia-del-campo-concentramento-vo-vecchio-19066

 

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