KAHLA

KahlaIl Rosengarten fu il primo campo sorto a Kahla (Turingia), dal quale dipendevano altre strutture situate a Bibra, Reisenak ed Eichenberg.
Secondo la categorizzazione concentrazionaria del Reich, non fu un Konzentramentslager (KL) in senso proprio, ma una struttura finalizzata al lavoro coatto. I campi (Baulager) 1, 2 e 3 erano situati a sud di Kahla, mentre a sud-est, tra le località di Kleidenbak, Eutersdorf, Linding e Schmolln, erano stati costruiti i campi 4, 5, 6 e 7.
Gli italiani qui deportati come lavoratori schiavi, furono prevalentemente concentrati nei lager 5 e 6. Il campo 7, soprannominato Lager dei morti per via dell’alto tasso di decessi, era riservato ai prigionieri di guerra, agli Internati Militari e ai deportati politici.
Quello segnato con la lettera “E” sorse nelle vicinanze di Eichenberg come “campo di rieducazione al lavoro”, e il lager “0” come campo di punizione, gestito direttamente dalle SS. A Kahla si era insediata la Reimahg (Reichsmarschall Hermann Göring), un’industria bellica per l’aeronautica. I lavori di sistemazione delle miniere per l’allestimento delle infrastrutture per l’assemblaggio del caccia a reazione Messerschmitt Me 262, iniziarono l’11 aprile 1944.
Vi parteciparono anche 500 italiani. Il complesso industriale sotterraneo, alla fine, era formato da 75 tunnel per una lunghezza totale di ben 32 chilometri. Complessivamente, a Kahla lavorarono dai 12 ai 15 mila prigionieri, di cui 1/3 erano tedeschi e 2/3 di varie nazionalità (russi, belgi, olandesi, francesi, polacchi, cechi, slovacchi, jugoslavi e italiani).
A causa di maltrattamenti e violenze, vi furono tra i 1.000 e 2 mila morti di cui 441 italiani, il numero più alto tra tutte le nazionalità presenti.

Bibliografia:
R. Lazzero, Gli schiavi di Hitler, Mondadori, Milano 1996, pp. 163-4.

Sitografia:
L. Klinkhammer, Considerazioni sul carattere del Lager di Kahla in Turingia durante la fase finale della Seconda Guerra Mondiale. Risposta ad una richiesta di valutazione espressa dalla Corte dei Conti per la Toscana. Deutsches Historisches Istitut Rom – Istituto storico germanico Roma (http:// www.dhi-roma.it/806.html). 2005.

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