BUCHENWALD

BuchenwaldIl campo fu ufficialmente aperto il 15 luglio 1937, a pochi chilometri dalla città di Weimar. Fu una struttura di “livello II”, in quanto ospitava prigionieri preventivi con accuse pesanti ma ancora con possibilità di rieducazione e recupero. Il primo gruppo di deportati giunse dal campo di Sachsenhausen. Alla fine dell’anno vi erano detenuti già 2. 561 prigionieri tra politici, criminali e testimoni di Geova. Negli anni seguenti, dal lager principale germinarono 89 campi satellite, tra maschili e femminili (28), ma 130 se si includono quelli che dopo una certa data, divennero amministrativamente autonomi (come Mittelbau-Dora).
Tale sviluppo fu determinato dalla volontà delle SS di incrementare la produzione bellica a cui impiegare i deportati come forza lavoro coatta. Nella primavera del 1945 il numero dei reclusi nell’universo concentrazionario di Buchenwald, raggiunse le 112 mila unità appartenenti a circa 35 nazionalità. Gli ebrei, soprattutto polacchi e ungheresi, furono circa 36 mila, un terzo del totale. Di questi ne morirono 11 mila, nel mentre, tra la fine del 1942 e gli inizi del 1943, furono eliminati attraverso la fucilazione, 8.400 tra soldati e ufficiali sovietici. Ma rilevante fu anche la presenza di altre “categorie”. Il numero di deportati per ragioni politiche, alla fine del 1944 raggiunse le 25 mila unità, su un totale di 84.500 prigionieri. Dall’ottobre del 1943 alla liberazione, nel “sistema Buchenwald” (campo madre e satelliti) vennero rinchiusi circa 4.320 deportati “politici” italiani. Circa 1.000 persero la vita.
Tra il 6 ed il 10 aprile del 1945, si procedette all’evacuazione di circa 28 mila prigionieri su 48 mila prigionieri presenti nel campo madre (precedentemente, la media di presente si aggirava tra gli 8 e 10 mila deportati).. Quando l’11 le truppe alleate liberarono il lager, ve ne erano rimasti circa 20 mila. Tra di loro 278 italiani, oltre che 2.900 francesi, 3.800 polacchi, 1.240 ungheresi, 570 jugoslavi, 4.380 russi, 584 olandesi, 622 belgi, 550 austriaci, 2.105 cechi, 1.800 tedeschi, 1.207 spagnoli.
Altri erano strati dispersi nei vari campi satelliti. Si calcola che a causa della fatica, eliminati perché ammalati, negli “esperimenti” medici, nelle esecuzioni capitali e nelle “marce della morte”, siano morti in tutto circa 56 mila deportati. Il campo fu liberato l’11 aprile 1945 dalle truppe americane.


Bibliografia:
A. Chiappano, I lager nazisti. Guida storico-didattica, Giuntina, Firenze 2007, pp. 71-89;
H. Stein, Il campo di concentramento di Buchenwald, in B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, Vol. III, La galassia concentrazionaria SS 1933-1945, Mursia, Milano pp. 79-122;
E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Einaudi, Torino 2006, pp. 737-40;
A. Berti, Viaggio nel pianeta nazista. Trieste-Buchenwald-Langenstein, Franco Angeli, Milano 1989, pp. 61-172

Sitografia:
https://www.ushmm.org/research/publications/encyclopedia-camps-ghettos/volumes-i-and-ii-available-online

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