BOLZANO – GRIES

Bolzano-GriesL’istituzione del campo di Bolzano, nel sobborgo di Gries, risale al 20 maggio del 1944, mentre le sue attività di reclusione, transito e smistamento cominciarono il 21 luglio con l’arrivo dei prigionieri evacuati da Fossoli (MO), in maggioranza politici.
Costruito utilizzando i capannoni a uso di deposito militare edificati nel 1941, agli inizi il nuovo campo venne qualificato come luogo di rieducazione al lavoro (Arbeitserziehungslager AEL). Dall’agosto del 1944, invece, divenne il Polizei-und Durchgangslager Bozen, ovvero un campo di raccolta, smistamento, transito e di polizia.
Fu utilizzato anche come luogo di detenzione, soprattutto per ostaggi, oltre che per fascisti, criminali comuni, militari alleati e prostitute. Si calcola che da lì siano transitati circa 11.116 prigionieri destinati ai campi di sterminio e concentramento nazisti. Fu suddiviso in Blocchi segnalati secondo un indice alfabetico: dalla lettera A alla M. Gli internati ebrei vennero raggruppati nel Blocco E (le donne) ed L (gli uomini). Il Blocco F fu assegnato alle donne in generale, mentre quelli siglato con la A e la B vennero riservati agli operai occupati nelle attività del campo. Inoltre, fu costruito il settore Celle per i detenuti politici e razziali ritenuti pericolosi. (partigiani, politici, ebrei, zingari, asociali, disertori, ostaggi e renitenti alla leva). Gli internati erano stati divisi per categorie: Arbeiter (senza triangolo né matricola), i Triengoli rossi (politici pericolosi), Triangoli rosa (politici non pericolosi), Triangoli gialli (ebrei), Triangoli bianchi (ostaggi, soprattutto vecchi e bambini, ma anche donne).
Previsto per un massimo di 1.500 prigionieri, Bolzano-Gries finì per contenerne complessivamente 11 mila. Di questi, 3.802 furono deportati nei KL oltre il Brennero. Dal 5 agosto 1944 al 22 marzo 1945 da lì partirono 16 trasporti. Gestito dalla struttura amministrativa delle SS, fu l’unico campo italiano dotato di Aussenlager, (campi satellite dislocati sul territorio provinciale) riservati ai prigionieri da impiegare nei lavori stradali, nella rimozione delle macerie e nella sistemazione delle linee ferroviarie.
Nei fatti non erano veri e propri campi: si trattava spesso di strutture come caserme ecc. adibite ad ospitare gli internati. Le cittadine sedi di questi particolari campi satellite, furono Dobbiaco, Merano, Vipiteno, Maso (Passiria), Bressanone, Colle Isarco, Val Sarentino e Certosa (Val Senales). La sera del 28 aprile 1945 iniziarono le trattative tra la Croce Rossa ed il comando delle SS per liberare tutti i prigionieri. Tra i giorni 29 e 30, essi ricevettero un regolare certificato di scarcerazione. Altri, preoccupati del proprio destino, uscirono dal campo senza il permesso delle SS.

Bibliografia:

E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Einaudi, Torino 2006, pp. 693-5;
L. PicciottoL’alba ci colse come un tradimento. Gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944, Mondadori, Milano 2010, pp. 929-32;
C. Villani, Il Durchgangslager di Bolzano (1944-1945), in B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, Vol. III, La galassia concentrazionaria SS 1933-1945, Mursia, Milano pp. 823- 40;
G. Mayda, Storia della deportazione dall’Italia 1943-1945, Bollati Boringhieri, Milano 2002;
G. Mayda, Ebrei sotto Salò. La persecuzione antisemita 1943-1945Feltrinelli, Milano 1978, pp. 184-97;
C. Di Sante, Criminali del campo di concentramento di Bolzano, Ed. Raetia, Bolzano 2019.

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