Xª BRIGATA NERA “TOGNÙ”

Brigata nera TognùPrese il nome da Enrico Tognù, esponente di primo piano del fascismo camuno e podestà di Corteno. Dopo l’8 settembre del 1943, divenne segretario politico del Partito Fascista Repubblicano (PFR) di Edolo e ispettore dell’Alta Valle Camonica. Il 9 giugno del 1944 fu ucciso in una imboscata da alcuni partigiani di Sonico, guidati da Angelo Gulberti e Luigi Romelli.
Comandante della Brigata fu il Segretario federale di Brescia, Antonino Melega, volontario d’Africa e di Spagna, parlamentare della XXX legislatura, Vice- federale e poi Federale di Derna sino al dicembre del 1942, Federale delle Isole Ionie dal gennaio al 25 luglio del 1943, ispettore del PFR per l’Emilia-Romagna e quindi Federale di Brescia dal 10 marzo al 31 ottobre del 1944.
Vicecomandante della Brigata, fino al 1° novembre, quando il comando passò ad Alfredo Becherini, fu Ferruccio Sorlini che, dopo essere stato arrestato dalla G.N.R. per le sue azioni e liberato dalle SS, formerà una «banda» tutta sua, completamente autonoma, totalmente dedita alla repressione.
Arrestato dopo il 25 aprile 1945, fu processato a Brescia nel luglio dello stesso anno, e fu ucciso durante il processo da una raffica di mitra esplosa da un carabiniere ex-partigiano. Una parte della “Tognù” (Stato Maggiore e 1° e 2° Battaglione) confluì dal 14 gennaio 1945, insieme al 3° Battaglione della IX° Brigata nera Giuseppe Cortesi, di Bergamo, nella Vª Brigata nera Mobile Enrico Quagliata di nuova formazione e col Comando a Brescia.
Il Quartier generale del Raggruppamento delle Brigate nere mobili fu a Maderno (BS). 

Bibliografia:
R. Anni, Dizionario della Resistenza bresciana (A-M), Brescia, Morcelliana, 2009, p. 62;
D. Gagliani, Brigate nere. Mussolini e la militarizzazione del Partito fascista repubblicano, Bollati Boringhieri, Milano 1999.

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