BRIGATA TRIESTINA

Brigata TriestinaLa battaglia di Gorizia (12-25 settembre 1943) fu il primo grande fatto d’armi della Resistenza italiana. Ne furono protagonisti gli operai dei cantieri di Monfalcone che, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre, si radunarono a Selz, Doberdò, Villa Montevecchio e nella valle del Vipacco per dare vita ad una unità di partigiani italiani che, successivamente, sarebbe stata chiamata Brigata Proletaria. Sotto il comando sloveno, i tre battaglioni che componevano l’unità, vennero trasferiti a Gorizia e posti a presidio delle due stazioni ferroviarie, dell’aeroporto di Merna e della zona di Gabria.
L’obiettivo era contrastare la massiccia azione di rastrellamento delle unità nazifasciste rivolta all’occupazione della città isontina, di Fiume e dell’Istria. In quattordici giorni di scontri, gli sloveni che, precedentemente, avevano disarmato i militari delle Divisioni italiane “Isonzo”, “Macerata”, “Cacciatori delle Alpi” e “Re” defluenti dalla Jugoslavia, lasciarono sul terreno 150 uomini. Gli italiani, tra caduti e dispersi, 79 e decine di prigionieri inviati in Germania. Dopo la battaglia, il Comando della Brigata Proletaria ed un gruppo di uomini che avevano combattuto a Gorizia, si riunirono nei pressi di un villaggio carsico.
Il 12 ottobre 1943 nasceva il Battaglione Triestino d’Assalto formato da un gruppo di lavoratori, studenti e militari italiani, e dipendente dal comando della Brigata Kosovela. Di questo primo reparto fece parte anche un ex soldato bresciano conosciuto col nome di battaglia di “Alpino”. Il battaglione avrebbe operato sul Carso fino al marzo del 1944 quando, con l’afflusso di numerosi volontari, di disertori dell’esercito repubblichino (soprattutto Carabinieri) e di partigiani superstiti di un battaglione istriano, ricevette l’ordine di trasferirsi sull’altopiano della Bainsizza. Il 5 aprile venne costituita la XIV° Brigata d’Assalto Garibaldi Trieste, appartenente al Corpo Volontari della Libertà (CVL), l’organismo politico che rappresentava la Resistenza italiana, ma che dipendeva operativamente dal IX Korpus jugoslavo. In un primo momento c0nsisteva in due battaglioni che, nei mesi successivi, aumentarono dato il forte afflusso di nuovi giovani combattenti. Il 12 ottobre l’unità da XIV° Brigata divenne 20° Brigata d’Assalto Garibaldi Trieste, ossia la quarta Brigata della 30° Divisione dell’esercito jugoslavo. Il 19 dicembre iniziò una nuova offensiva tedesca per “l’annientamento totale” dello stesso. Durante tale rastrellamento, alla Brigata venne aggregato il Battaglione Mazzini della 158° Brigata Gramsci. Era stato il primo reparto della Div. Garibaldi Natisone che aveva attraversato l’Isonzo per insediarsi nel territorio operativo del IX Corpus con tutta la formazione. Nel febbraio del 1945, il comando della Div. Garibaldi Natisone chiese più volte che la Brigata Trieste venisse posta sotto il suo comando. Così l’unità, reduce di un lungo ciclo operativo, fu incorporata nella Garibaldi anche se, per dissidi interni, ritornò ancora alle dipendenze della 30° Divisione. Solo con l’arrivo a Trieste il 3 maggio 1945, la Brigata passò sotto il comando della Garibaldi Natisone. Venne smobilitata a Udine il 24 giugno. La guerra era finita. Alla Triestina era costata 514 caduti.

Bibliografia:
S. Di Giusto, Operarionszone Adriatisches Kustenland. Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lubiana durante l’occupazione tedesca 1943-1945, IFSML, Udine 2005, pp. 72 ss.;
G. Gallo, La Resistenza in Friuli 1943-1945, IFSML, Udine 1989, pp. 33-5;
L. Patat, Mario Fantini “Sasso” Comandante della Divisione “Garibaldi Natisone”, IFSML, Udine 2000, pp. 29 ss.;
E. Cernigoi, La Brigata d’Assalto ‘Triestina’ nella Zona di Operazioni Litorale Adriatico. Una storia militare 1943-1945, Ed. Tempora, 2017;
G. A. Colonnello, Guerra di liberazione: Friuli, Venezia Giulia, zone jugoslave, Editrice Friuli, Udine, [1965], pp. 294 ss

Translate »