CROCE DI MARONE (MONTE GUGLIELMO)

Qui, dopo l’8 settembre 1943, avevano cominciato ad affluire militari sbandati ed alleati alleati, fuggiti dai campi di prigionia, come quello di Campiani (fraz. di Collebeato), e renitenti alla leva. In tutto circa 350 giovani sistemati in baite e cascine. Uno dei più attivi contatti con questa realtà fu Angelo Zatti, di Iseo, che reperì armi, munizione e viveri, oltre che reclutare giovani per il nascente movimento di resistenza. Tutto ciò insospettì i nazifascisti che decisero di lanciare un vasto rastrellamento nella zona.

1943-11-09 Croce di MaroneL’attacco, a cui presero parte circa un centinaio di tedeschi e fascisti, iniziò alle sei del mattino del 9 novembre alle pendici del monte Guglielmo, e si protrasse sino alle quattro del pomeriggio. Appoggiandosi ai tiri di mortaio e alle artiglierie anticarro, i rastrellatori – circa 2 mila uomini, – si mossero da Marone, Zone e Sale Marasino per convergere su Croce di Marone, vallico che mette in comunicazione la Valle Trompia con la Valle Camonica, allo scopo di sbaragliare il gruppo Martini (là insediatosi ma non presente in quel momento), il Camplani (a Colma di Zone) e il gruppo Spiedo (Gardone V.T.). L’attacco dei tedeschi ebbe inizio alle 6 del mattino e terminò alle 11. La difesa fu frammentaria e disorganica; i presenti alla dine si dispersero. Alcuni passarono in Valle Camonica, unendosi ai gruppi partigiani che lì si stavano organizzando, mentre altri tornarono alle loro abitazioni.

Bibliografia: 

R. Anni, Dizionario della Resistenza bresciana (A-M), Morcelliana, Brescia 2009, pp. 129-30;
Tedoldi, Uomini e fatti di Brescia partigiana, Edizione <<Brescia Nuova>>, Brescia 1980, pp. 59 ss.;
P. Gerola, Nella notte ci guidano le stelle. Ricordi della Resistenza, Edizioni Brescia Nuova, Brescia 1987, pp. 51 ss.;
A. Fappani, La Resistenza bresciana, vol. II, Squassina Editore, Brescia 1965, pp. 66-7;
A. Gamba, La battaglia di Croce di Marone, in Iseo nella Resistenza 1945-2005 sessant’anni di libertà, Sez. Tip. Queriniana, Brescia 2005, pp. 85-93

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