TREBESCHI ANDREA

  • Nome: Andrea Trebeschi
  • Sesso: M
  • Luogo di nascita: Brescia
  • Data di nascita: 3 settembre 1897
  • Luogo di morte: Gusen II (Mauthausen)
  • Data di morte: 24 gennaio 1945
  • Deceduto nel lager: Sì
  • Causa del decesso: insufficienza miocardica, deperimento del corpo
  • Trasporto: Convoglio 030
  • Tipologia prigioniero: Schutzhäftling
  • Biografia:

    Andrea Trebeschi (Brescia, 3 settembre 1897 – Gusen II (Mauthausen) 24 gennaio 1945) di Cesare e Elvira Fiorini.
    Trebeschi AndreaFrequenta il biennio ginnasiale nel liceo “Arnaldo” ed il successivo triennio nell’Istituto “Arici”. Interventista, chiamato alle armi, frequenta la scuola militare di S. Giovanni in Persiceto (BO), ma a causa di un incidente, è costretto ad un lungo ricovero ospedaliero.
    Congedato, diviene presidente dell’associazione studentesca Manzoni. Aderisce al Partito Popolare Italiano tra le cui file svolge intensa attività politica. Nel 1918 fonda il giornale studentesco <<La Fionda>>, che per la sua ispirazione antifascista, verrà soppresso dal regime.
    Nel 1923 è eletto presidente della Gioventù cattolica bresciana. Si laurea in legge ed intraprende la professione forense.
    È coniugato con Vittoria De Toni. Padre di quattro figli, negli anni sviluppa contatti con esponenti dei partiti politici antifascisti. È in contatto con Giuseppe (“Peppino”) Pelosi e Giacomo Perlasca, frequenta padre Carlo Manziana e don Giacomo Vender.
    Il 13 settembre 1943, presso la canonica di S. Faustino, partecipa ad una riunione dove si getteranno le basi della partecipazione del movimento cattolico bresciano alla Resistenza. È presente anche all’incontro di fine novembre in casa di don L. Daffini, con Pelosi, Margheriti, Brunelli, Gerola e Curiel. Viene arrestato una prima volta nel dicembre del 1943, ed una seconda il 6 gennaio 1944.
    Condotto nella sede del Comando tedesco presso l’Arsenale (Via Crispi), il 10 gennaio è trasferito nel carcere di Canton Mombello di Brescia (matr. 4678) su ordine della Gendarmeria tedesca e della Sicherheitspolizei (Sipo-Polizia di sicurezza) di Verona, e a disposizione di quest’ultima. Viene sottoposto a numerosi interrogatori e sevizie. Il 15 è dimesso per essere trasferito nel Forte San Leonardo di Verona.
    Viene deportato con don Carlo Manziana e Pietro Molinari, nel lager di Dachau (num. 64727) e vi rimane dal 1° marzo – giorno in cui è giunto col trasporto n. 30 partito da Verona il 29 febbraio, – al 28 giugno 1944.
    Mestiere dichiarato: avvocato e manovale.
    È quindi trasferito a Mauthausen (num. 77797), dove arriva il 1° luglio per restarvi sino il 31 dicembre.
    A Dachau e a Mauthausen è classificato come Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza). Il 1° gennaio 1945 viene condotto nel sottocampo di Gusen II.
    Deceduto per insufficienza miocardica, deperimento del corpo.

  • Bibliografia:

    R. Anni, Deportati operai in Germania: il caso bresciano, in R. Anni-E. Pala (a cura), 1943-1945: attendere, subire, scegliere. Nuove linee di ricerca sul periodo della Resistenza bresciana, Annali dell’Archivio storico della resistenza bresciana e dell’Età contemporanea, X, Brescia 2014, p. 68;
    R. Anni, Storia della Brigata “Giacomo Perlasca”, Istituto Storico della Resistenza Bresciana, Brescia 1980, p. 16n;
    E. Fergnani, Un uomo e tre numeri, Edizioni Avanti, Milano-Roma 1955, pp. 141, 143, 144, e 180;
    P. Gerola, Nella notte ci guidano le stelle. Ricordi della Resistenza, Edizioni Brescia Nuova, Brescia 1987, pp. 35, 48, 75, 76;
    B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, vol. 1, I deportati politici 1943-1945, Tomo 3, Mursia, Milano 2009, ad nomen;
    V. Morelli, I deportati italiani nei campi di sterminio 1943-1945, Scuole Grafiche Pav. Artigianelli, Milano 1965, p. 448;
    D. Morelli, Preti nel Dachau KL 3°, in <<La Resistenza bresciana>>, n. 28, 1977, pp. 75-102;
    I. Tibaldi, Compagni di viaggio. Dall’Italia ai Lager nazisti. I “trasporti” dei deportati 1943-1945, Franco Angeli, Milano 1994;
    D. Venegoni, Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano. Una tragedia italiana in 7809 storie individuali, Mimesis, Milano 2004, ad nomen. 

  • Altre fonti:

    Registro matricola carcere di Canton Mombello (BS), ad nomen;
    Archivio Storico della Resistenza Bresciana (ASRB), Carte ITS (International Tracing Service) Bad Arolsen, ad nomen;
    ASRB, Fondo Morelli, B. 65/e, fasc. V II 1, Reg. 2 e 4;
    Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 130 del 22 maggio 1968, Elenco nominativi delle domande accolte per gli indennizzi ai cittadini italiani colpiti da misure di persecuzione nazionalsocialiste di cui alla legge, n. 404.

  • Riferimenti:

    Giuseppe (“Peppino”) Pelosi, Giacomo Perlasca, don Giacomo Vender, Canton Mombello (BS), Forte San Leonardo, Dachau, Mauthausen, Gusen II

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