MOLINARI PIETRO

  • Nome: Pietro Molinari
  • Sesso: M
  • Luogo di nascita: Brescia
  • Data di nascita: 15 luglio 1893
  • Luogo di morte: Brescia
  • Data di morte: 19 gennaio 1960
  • Deceduto nel lager: No
  • Trasporto: Convoglio 030
  • Tipologia prigioniero: Schutzhäftling
  • Biografia:

    Pietro Molinari (Brescia, 15 luglio 1893 – Brescia, 19 gennaio 1960) di Antonio e Luigia Granelli.
    Molinari PietroConiugato con Margherita Torosani, figlio del fondatore e primo segretario della Camera del lavoro di Brescia nel 1892, è occupato presso la ditta Franchi & Gregorini.
    Pur non più giovane, dà vita ad una intendenza presso l’Istituto Artigianelli, allo scopo di aiutare gli ex prigionieri alleati e raccogliere armi e vettovaglie da far pervenire ai primi gruppi di resistenti.
    Verso la fine di novembre partecipa presso l’abitazione di don L. Daffini, ad un incontro con alcuni dei principali organizzatori del movimento partigiano (tra gli altri Margheriti, Pelosi, Curiel, Gerola, Olivelli, Trebeschi, Chizzolini e Lunardi).
    Arrestato il 9 dicembre 1943, è trasferito il 13 nelle carceri di Canton Mombello di Brescia (matr. 4374) su ordine della Questura e a disposizione del Comando superiore della polizia tedesca di Verona.
    È dimesso il 23 febbraio 1944 e condotto ai Forti di San Mattia e San Leonardo, a Verona, condividendo la nuova condizione con don Carlo Manziana e Andrea Trebeschi. Viene trasferito nel campo di Bolzano-Gries (matr. 9279), Blocco D, M e arbeitslager di Vipiteno, per essere poi condotto a Dachau (num. 64728) tramite la Sicherheitspolizei (Sipo-Polizia di sicurezza) della città scaligera il 1° marzo 1944, col trasporto n. 30 partito il 29 febbraio.
    È classificato come Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza).
    Mestiere dichiarato: meccanico.
    È liberato il 29 aprile 1945 dalle truppe americane.
    In giugno è ancora in cura presso l’ “Outer Camp Hospital Dachau”.

  • Note particolari:

    Nel dopoguerra viene riconosciuto come membro del Corpo Volontari della Libertà (CVL) con la qualifica di capitano.

  • Bibliografia:

    I. Tibaldi, Compagni di viaggio. Dall’Italia ai Lager nazisti. I “trasporti” dei deportati 1943-1945, Franco Angeli, Milano 1994;
    B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, vol. 1, I deportati politici 1943-1945, Tomo 2, Mursia, Milano 2009, ad nomen;
    R. Anni, Deportati operai in Germania: il caso bresciano, in R. Anni-E. Pala (a cura), 1943-1945: attendere, subire, scegliere. Nuove linee di ricerca sul periodo della Resistenza bresciana, Annali dell’Archivio storico della resistenza bresciana e dell’Età contemporanea, X, Brescia 2014, p. 60;
    L. Tedoldi, Uomini e fatti di Brescia partigiana, Edizione “Brescia Nuova”, Brescia 1980, p. 74;
    D. Morelli, Preti nel Dachau KL 3°, in <<La Resistenza bresciana>>, n. 28, 1977, pp. 75-102.

  • Altre fonti:

    Registro matricola carcere di Canton Mombello (BS), ad nomen;
    Elenchi Tibaldi: Dachau;
    Archivio Storico della Resistenza Bresciana (ASRB), Carte ITS (International Tracing Service) Bad Arolsen, ad nomen;
    ASRB, Fondo Morelli, B. 65/e, fasc. V II 1, Reg. 4;
    Elenco nominativo dei cittadini italiani deportati nel lager di Dachau;
    Archivio di Stato di Brescia, Distretto militare di Brescia, vol. 5 C1, Foglio Matricolare n. 41897;
    Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 130 del 22 maggio 1968, Elenco nominativi delle domande accolte per gli indennizzi ai cittadini italiani colpiti da misure di persecuzione nazionalsocialiste di cui alla legge, n. 404.

  • Riferimenti:

    Canton Mombello (BS), San Mattia, San Leonardo, Dachau, Bolzano-Gries

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