MATTI GIOVANNI BATTISTA (FUINÀRD)

  • Nome: Giovanni Battista Matti ("Fuinàrd")
  • Sesso: M
  • Luogo di nascita: Cevo (BS)
  • Data di nascita: 17 gennaio 1893
  • Luogo di morte: Gusen (Mauthausen)
  • Data di morte: 21 maggio 1945
  • Deceduto nel lager: Sì
  • Causa del decesso: enterocolite
  • Trasporto: Convoglio 53
  • Tipologia prigioniero: Schutzhäftling ((Schutz-deportato per motivi di sicurezza)
  • Biografia:

    Giovanni Battista (Fuinàrd) Matti (Cevo (BS) 17 gennaio 1893 – Gusen (Mauthausen) 21 maggio 1945) di Domenico e Martina Monella.
    Matti Giovanni BattistaStradino, coniugato con Maria Monella dal dicembre del 1920, padre di due figli, possiede la licenza elementare.
    Poi, di lui, non si hanno ulteriori notizie.
    Collaboratore dei gruppi partigiani che daranno vita dal luglio del 1944 alla 54° Bgt. Garibaldi operativa in Valsaviore, viene catturato il 9 maggio 1944 a Fabrezza (frazione di Cevo) durante un rastrellamento di reparti tedeschi e italiani. E’ trasferito lo stesso giorno nel carcere di Canton Mombello di Brescia (matr. 5744) su ordine dei Carabinieri e a disposizione delle SS, e vi rimane sino il 5 giugno. Da qui è deportato nel lager di Mauthausen (num. 76441) dove giunge il 24 giugno 1944 tramite il Sicherheitsdienst (SD-Servizio di sicurezza) di Verona, col trasporto n. 53 partito da Fossoli (MO) il 21. E’ classificato come Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza). Mestiere dichiarato: agricoltore. Viene trasferito il 13 luglio prima nel sottocampo di Großraming, quindi, il 25 agosto, è ricondotto in quello principale. Dal 4 settembre è rinchiuso nel sottocampo di Redl-Zipf (“Schlier “), e dal 26 marzo del 1945 in quello di Gusen. Viene liberato dalle truppe alleate.

  • Bibliografia:

    I. Tibaldi, Compagni di viaggio. Dall’Italia ai Lager nazisti. I “trasporti” dei deportati 1943-1945, Franco Angeli, Milano 1994;
    B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, vol. 1, I deportati politici 1943-1945, Tomo 2, Mursia, Milano 2009, ad nomen;
    R. Anni, Deportati operai in Germania: il caso bresciano, in R. Anni-E. Pala (a cura), 1943-1945: attendere, subire, scegliere. Nuove linee di ricerca sul periodo della Resistenza bresciana, Annali dell’Archivio storico della resistenza bresciana e dell’Età contemporanea, X, Brescia 2014, p. 59;
    M. Franzinelli (a cura), Il museo della Resistenza in Valsaviore, BAMS, 2013, pp. 140;
    W. Boghetta, La Valsaviore nella Resistenza, Editrice Vannini, Brescia 1974, p. 61-2;
    R. Ragnoli, I caduti per la Resistenza in valle Camonica, in <<La Resistenza bresciana>>, n. 12, 1981, pp. 64-5;
    V. Morelli, I deportati italiani nei campi di sterminio 1943-1945, Scuole Grafiche Pav. Artigianelli, Milano 1965, p. 390;
    A. Fappani, La Resistenza bresciana, vol. III, Squassina editore, Brescia 1965, pp. 36.

  • Altre fonti:

    Registro matricola carcere di Canton Mombello (BS), ad nomen;
    Archivio Storico della Resistenza Bresciana (ASRB), Carte ITS (International Tracing Service) Bad Arolsen, ad nomen;
    ASRB, Fondo Morelli, B. 65/e, fasc. V II 1, Reg.1;
    Ufficio Anagrafe di Cevo (BS);
    Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 130 del 22 maggio 1968, Elenco nominativi delle domande accolte per gli indennizzi ai cittadini italiani colpiti da misure di persecuzione nazionalsocialiste di cui alla legge, n. 404.

  • Riferimenti:

    54° Brigata Garibaldi;
    maggio 1944;
    Canton Mombello (BS);
    Mauthausen;
    Fossoli;
    Großraming;
    Redl-Zipf (Schlier);
    Gusen

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