LAFFRANCHI (o LAFRANCHI) ITALO

  • Nome: Italo Laffranchi (o Lafranchi e Lanfranchi)
  • Sesso: M
  • Luogo di nascita: Arsiero (VI)
  • Data di nascita: 13 aprile 1925
  • Luogo di morte: Gusen (Mauthausen)
  • Data di morte: 26 febbraio 1945
  • Deceduto nel lager: Sì
  • Causa del decesso: insufficienza miocardica, infiammazione all'intestino crasso
  • Tipologia prigioniero: Schutzhäftling ((Schutz-deportato per motivi di sicurezza)
  • Biografia:

    Italo Laffranchi o Lafranchi e Lanfranchi (Arsiero (VI) 13 aprile 1925 – Gusen (Mauthausen) 26 febbraio 1945) di Domenico e Maria Malusà.
    Laffranchi ItaloSuo padre è Maresciallo Capo dei Reali Carabinieri.
    Risiede a Castelletto di Leno (BS) proveniente da Esine.
    Celibe, ha frequentato la 2° classe d’Avviamento professionale. Non si conoscono le circostanze nel frattempo intervenute, ma dal 18 aprile 1944 si aggrega al Btg. Triestino operativo nella Venezia Giulia, alle dipendenze del IX Korpus dell’Esercito di liberazione jugoslavo. Viene catturato dalle SS tedesche nella provincia di Lubiana probabilmente durante la prima offensiva tedesca lanciata nell’ottobre contro le zone libere della Venezia Giulia settentrionale . E’ deportato nel lager di Mauthausen (num. 109763) il 10 novembre 1944. Viene classificato come Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza). Mestiere dichiarato: tornitore meccanico. È condotto ad Auschwitz tra il 1° ed il 5 dicembre. Il 29 gennaio 1945 viene condotto nuovamente a Mauthausen (num. 124020). Da qui, il 16 febbraio, è inviato nel sottocampo di Gusen dove muore il 26 febbraio 1945. 

  • Note particolari:

    In ASRB, Fondo Morelli, B. 65/e, fasc. V II 1, Reg. 2 è dato invece come partigiano della Brigata Tita Secchi delle Fiamme Verdi.

  • Bibliografia:

    B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, vol. 1, I deportati politici 1943-1945, Tomo 2, Mursia, Milano 2009, ad nomen;
    R. Anni, Deportati operai in Germania: il caso bresciano, in R. Anni-E. Pala (a cura), 1943-1945: attendere, subire, scegliere. Nuove linee di ricerca sul periodo della Resistenza bresciana, Annali dell’Archivio storico della resistenza bresciana e dell’Età contemporanea, X, Brescia 2014, p. 57;
    L. Patat, Mario Fantini “Sasso” Comandante della Divisione “Garibaldi Natisone”, IFSML, Udine 2000, p. 73;
    E. Cernigoi, La Brigata d’Assalto ‘Triestina’ nella Zona di Operazioni Litorale Adriatico. Una storia militare 1943-1945, Ed. Tempora, 2017;
    V. Morelli, I deportati italiani nei campi di sterminio 1943-1945, Scuole Grafiche Pav. Artigianelli, Milano 1965, p. 376;
    M. Pacor, Confine orientale. Questione nazionale e esistenza nel Friuli-Venezia Giulia, Feltrinelli Editore, Milano 1964, p. 258;
    S. Di Giusto, Operarionszone Adriatisches Kustenland. Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lubiana durante l’occupazione tedesca 1943-1945, IFSML, Udine 2005, pp. 528-9;
    R. Giacuzzo e M. Abram, Itinerario di lotta. Cronaca della Brigata d’Assalto “Garibaldi – Trieste”. Centro di ricerche storiche di Rovigno, Rovigno (HR) 1986.

  • Altre fonti:

    Archivio Storico della Resistenza Bresciana (ASRB), Carte ITS (International Tracing Service) Bad Arolsen, ad nomen;
    ASRB, Fondo Morelli, B. 65/e, fasc. V II 1, Reg.1 e 4;
    Ufficio Anagrafe di Arsiero (VI) e Leno (BS);
    Archivio storico della Resistenza, ANPI Udine.

  • Riferimenti:

    Brigata Triestina;
    IX Korpus;
    Mauthausen;
    Auschwitz;
    Gusen

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