CURAMI PRIMO GIUSEPPE

  • Nome: Primo Giuseppe Curami
  • Sesso: M
  • Luogo di nascita: Campoverde di Salò (BS)
  • Data di nascita: 1 gennaio 1898
  • Luogo di morte: Milano
  • Data di morte: 13 dicembre 1982
  • Deceduto nel lager: No
  • Trasporto: Convoglio 030
  • Tipologia prigioniero: Politisch (Pol-deportato politico); Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza)
  • Biografia:

    Primo Giuseppe Curami (Campoverde di Salò (BS) 1 gennaio 1898 – Milano, 13 dicembre 1982) di Giuseppe e Maria Raissoni.
    Ha due fratelli, Domenico e Pietro, segnalati come comunisti. Volontario nella Grande guerra, sergente maggiore di fanteria, rimane invalido a causa delle ferite riportate durante il conflitto. Nel 1920 è denunciato per insubordinazione verso i superiori e successivamente condannato ad un anno di carcere militare. Coniugato a Sampierdarena (GE) con Cardinali Maria Teresa nell’aprile del 1922, qualificato nel Casellario politico centrale come “socialista antimilitarista”, nel 1926 si trasferisce a Cormano (Cascina Ospitaletto), nel milanese. Di professione “commesso viaggiatore”, avvia una attività commerciale. Successivamente viene segnalato anche come rappresentante ed infine amministratore unico della Società prodotti Wolf (utensileria). Nel 1939 si trasferisce a Carmignano di Brenta (PD), dove ha acquistato alcune proprietà terriere. Di lui, poi, non si hanno più notizie. Viene arrestato il 17 dicembre 1943 in quanto agente dei Servizi segreti britannici dell’VIII° Armata. Il 1° marzo 1944, da Verona, tramite la Sicherheitspolizei (Sipo-Polizia di sicurezza), giunge nel lager di Dachau (num. 64724) col trasporto n. 30, partito il 29 febbraio. E’ classificato come Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza) e Politisch (Pol-deportato politico). Mestiere dichiarato: meccanico e possidente. Il 20 marzo è trasferito nella “piccola fortezza” di Theresienstadt (num. 7242), sottocampo di Flossenbürg, dove giunge il 25. Il 7 luglio 1944 viene condotto nel campo madre. Vi giunge tre giorni dopo. Da qui è tradotto a Buchenwald (num. 43010), dove arriva il 14. Viene liberato dalle truppe americane l’11 aprile 1945.

  • Bibliografia:

    B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, vol. 1, I deportati politici 1943-1945, Tomo 1, Mursia, Milano 2009, ad nomen;
    I. Tibaldi, Compagni di viaggio. Dall’Italia ai Lager nazisti. I “trasporti” dei deportati 1943-1945, Franco Angeli, Milano 1994.

  • Altre fonti:

    Elenchi Tibaldi: Dachau, Flossenbürg;
    Archivio Storico della Resistenza Bresciana (ASRB), Carte ITS (International Tracing Service) Bad Arolsen, ad nomen;
    Ufficio Anagrafe di Salò (BS);
    Archivio Centrale di Stato, Ministero degli Interni, Direzione Generale di Pubblica Sicurezza,, Casellario politico centrale, b. 1559;

  • Riferimenti:

    Dachau;
    Theresienstadt;
    Flossenbürg;
    Buchenwald

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