CARÈ STEFANO ITALO

  • Nome: Stefano Italo Carè
  • Sesso: M
  • Luogo di nascita: Bagolino (BS)
  • Data di nascita: 30 ottobre 1915
  • Luogo di morte: Halberstadt-Langenstein-Zwieberge/Malachit
  • Data di morte: 29 marzo 1945
  • Deceduto nel lager: Sì
  • Causa del decesso: Enterite acuta
  • Trasporto: Conv 137
  • Tipologia prigioniero: Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza); Politische (Pol-deportato politico)
  • Biografia:

    Stefano Italo Carè (Bagolino (BS) 30 ottobre 1915 – Halberstadt-Langenstein-Zwieberge/Malachit, 29 marzo 1945) di Andrea e Maddalena Fenoli.
    Contadino, cinque fratelli, possiede la licenza elementare. Coniugato con Carè Giovanna, è padre di due figli. Sergente maggiore, mentre è in servizio all’11° Rgt. Artiglieria di Corpo d’Armata di stanza a Mantova, si sottrae alla cattura dopo l’8 settembre 1943. Viene fermato a Bagolino il 19 agosto 1944 nel corso di un rastrellamento. Trasferito nelle carceri di Canton Mombello di Brescia (matr. 7047) il giorno dopo su ordine e a disposizione della Gendarmeria tedesca, è dimesso il 23 per essere tradotto in Germania come lavoratore coatto con l’Organizzazione Todt (Ot). Dei due mesi successivi, non si hanno informazioni sul suoi conto. Viene condotto nel lager di Dachau (num. 118776) il 24 ottobre 1944 tramite la Staatspolizei (Stapo-polizia di Stato) di Augsburg, insieme a Carè Giocondo, Bordiga Giacinto e Amilcare col trasporto n. 137 partito da Trieste. E’ classificato come Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza) e Politische (Pol-deportato politico). Mestiere dichiarato: meccanico per auto e autista. E’ trasferito a Buchenwald (num. 101028) tra il 4 e 5 dicembre 1944. Il 12 viene condotto nel sottocampo di Halberstadt-Langenstein-Zwieberge/Junkerswerke, mentre il 12 gennaio 1945 è condotto in quello di Halberstadt-Langenstein-Zwieberge /Malachit.
    Deceduto per enterite acuta.

  • Bibliografia:

    B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, vol. 1, I deportati politici 1943-1945, Tomo 1, Mursia, Milano 2009, ad nomen;
    R. Anni, Deportati operai in Germania: il caso bresciano, in R. Anni-E. Pala (a cura), 1943-1945: attendere, subire, scegliere. Nuove linee di ricerca sul periodo della Resistenza bresciana, Annali dell’Archivio storico della resistenza bresciana e dell’Età contemporanea, X, Brescia 2014, p. 51;
    R. Ragnoli, I caduti per la Resistenza nelle valli Trompia e Sabbia, in <<La Resistenza bresciana>>, n. 13, 1982, p. 44;
    V. Morelli, I deportati italiani nei campi di sterminio 1943-1945, Società Grafiche Pav. Artigianelli, Milano 1965, p. 144;
    R. Anni, Storia della Brigata “Giacomo Perlasca”, Istituto Storico della Resistenza Bresciana, Brescia 1980, p. 90n.

  • Altre fonti:

    Registro matricola carcere di Canton Mombello (BS), ad nomen;
    Elenchi Tibaldi: Dachau;
    Archivio storico della Resistenza bresciana (ASRB), Carte ITS (International Tracing Service) Bad Arolsen, ad nomen;
    ASRB, Fondo Morelli, B. 65/e, fasc. V II 1, Reg. 4;
    ASRB, Fondo Morelli, Sez. V, B. 65/b;
    Ufficio Anagrafe di Bagolino (BS);
    Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 130 del 22 maggio 1968, Elenco nominativi delle domande accolte per gli indennizzi ai cittadini italiani colpiti da misure di persecuzione nazionalsocialiste di cui alla legge, n. 404.

  • Riferimenti:

    Canton Mombello (BS);
    19 agosto 1944;
    Organizzazione Todt (Ot);
    Dachau;
    Buchenwald;
    Halberstadt-Langenstein-Zwieberge/Junkerswerke;
    Halberstadt-Langenstein-Zwieberge/Malachit

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