Carcere Canton Mombello (Brescia)

Questa struttura carceraria, tra il 1943 ed il 1945 ospitò da 400 a 1.000 detenuti rispetto ad una capienza massima di 300. Una sezione speciale fu destinata ai politici ed ai partigiani, a disposizione di vari enti e soggetti: SS, Ufficio politico della Questura, Tribunale militare, GNR ecc.

Qui si interrogava e, spesso, si sottoponeva il prigioniero a sevizie e torture. Per assistere i prigionieri politici, su sollecitazione di don Giacomo Vender, nacque l’organizzazione femminile delle “Massimille”, che garantì loro cibo e contatti con l’esterno.

In città c’erano altri luoghi di reclusione: la villa del Comando della Gendarmeria tedesca, la sede della XV° Legione fascista “Leonessa”, la villa Bignetti, sede della SD, la caserma dell’Arsenale, la Questura ed il Castello. 

Carcere Canton Mombello

La GNR e le Brigate nere allestirono carceri anche in provincia, come a Edolo, Idro e Stocchetta. Approfittando di un bombardamento sulla città, il 13 luglio 1944 fu promossa dal comunista Leonardo Speziale un’evasione di massa, che coinvolse dai 240 ai 280 carcerati.

Bibliografia:
R. Anni, Dizionario della Resistenza bresciana (A-M), Brescia, Morcelliana, 2009, pp.83-5.
A.a.V.v., Le vie della Libertà. Un percorso della memoria (Brescia, 1938-1945), Officine Grafiche Staged, San Zeno Naviglio (BS) 2005, pp. 69-74

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